Strumenti terapeutici

Di seguito condivido alcuni degli strumenti che fungono da linee guida nella mia pratica clinica:

  • Empatia

    Più di una volta abbiamo sentito parlare di questo concetto: l’empatia. Che cos’è? L’empatia è la capacità che ha un individuo di percepire o interpretare quello che l’altra persona può sentire o, forse, perfino pensare.

    In altre parole, è un modo di capire e comprendere quello che l’altro sta provando, ma da una posizione empatica, ovvero mettendosi nei suoi panni.
    Una forma sviluppata di empatia non implica solo la comprensione di quello che l’altra persona prova, ma anche la risposta a questi sentimenti. Forse detta in questi termini, sembra che l’empatia sia una cosa metafisica, un’abilità divina riservata a pochi eletti. In realtà, tutti prima o poi nella vita sviluppiamo l’empatia, in maggiore o minor misura.

    La capacità di empatizzare è strettamente legata alla capacità di ognuno di noi di identificare i propri sentimenti: è importante avere consapevolezza di sé, non avere pregiudizi e, soprattutto, avere la capacità di ascoltare e osservare l’altra persona con attenzione. Essere empatici non significa capire l’altro per ottenerne dei benefici, ma di capirlo per il suo bene. L’attenzione è quasi fondamentale per poter essere empatici. Se durante una conversazione con un’altra persona pensiamo ad altro o ai nostri problemi o a cosa diremo a questa persona quando avrà finito di parlare, non potremo mai verificare cosa stia provando davvero l’altro.

    Gran parte di questo concetto implica una comprensione che va al di là dell’aspetto verbale e un distacco dalle nostre circostanze per metterci nei panni dell’altra persona. Le persone non sempre esprimono quello che provano attraverso le parole, potrebbero dire una cosa, ma provarne un’altra, oppure potrebbero restare in silenzio, ma provare qualcosa di forte; proprio per questo l’empatia è uno strumento di cui lo psicologo non può fare a meno nella propria professione.

    Ancora inquietudine
    sempre inspiegabile
    Gli altri non capiscono ed io non lo so dire
    Ti vorrei dire
    che sto male
    Ti vorrei dire
    che voglio cambiare
    Ti vorrei chiedere
    se mi puoi aiutare
    Se le parole non hanno voce tu ascolta il mio cuore” Parole Silenziose, Lorenzo Negri, 2010
  • Ascolto e non giudizio

    Compito fondamentale dello psicologo è accettare il paziente così com’è e come si presenta a lui: non ha richieste da fargli, rimproveri sul passato o aspettative circa il suo futuro e non esprime giudizi su di lui. Il paziente, che si sente così accettato dal proprio terapeuta, senza particolari condizioni di cambiamento, può iniziare a fare proprio questo atteggiamento di accettazione di sé, anche delle parti più imperfette, smettere di giudicarsi negativamente e iniziare a fare qualcosa per se stesso e per il proprio benessere.

    Per cambiare è necessario sciogliere l’aggressività verso noi stessi, la rabbia verso le nostre imperfezioni, il giudizio negativo per gli errori e le colpe commesse” B.G. Bara
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